Simon
MacHale

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Four Poems by Tarquinia Molza (1542 - 1617)

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I. Dopo l'aspra partita in gran dolore

lassa restai, e con pena infinita

mi vo struggendo in così fiero ardore

che più la morte bramo, che la vita:

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E s'io non ho soccorso al miser core,

L'alma farà da me certo partita;

Ahimè ch'ognor piangendo prego Amore

o che m'uccida, o che me porga aita!

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Un sol rimedio trova al mio martire,

a l'intensa mia doglia, a tanti affanni,

ch'a l'afflitt'alma tutte l'ore sento,

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Che 'l ciel mi faccia innanzi a voi morire

per dar fin sempre ai gravi tristi danni, che per voi porto, ed al mio gran tormento.

II. La luce occhi miei lassi

che dava luc'e voi,

fa giorno ad altri, oscura notte a noi,

on'io sovente canto: "Così va ch'altrui pon fede tanto."

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III. Tu canti e cant'anch'io

augelletto soave;

Ma'l tuo cantar e'l mio una stessa cagion lassa non have

d'allegrezz' il tuo canto nasce,

Il mio di desire

di celare il martire

che mi consuma

e l'angoscioso pianto.

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IV. Eran le vostre lagrime nel viso,

Donna, quel dì a vederle

qual in vermiglio vel candide perle

ed io grivada agli occhi

con l'ardor che farete

se con l'umor m'arete?

Quando fra 'l pianto lampeggiando un riso

noi, dissero, in un loco

abbiamo l'acqua e 'l foco;

ma col foco immergiamo

e con acqua abbruciamo.

perch' abbagli l'amante, e si confonda

fra le fiamme e fra l'onda,

nè fia forza mortal che si difenda

ove il foco sommerga, e l'acqua incenda.